Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale, bensì il vivere bene.
- Platone
Troppo spesso lo psicologo è considerato lo “strizzacervelli” e chi va da lui è gente “matta”; si sente dire “vai a farti vedere da uno bravo”come offesa.
I pregiudizi associati sono svariati: la terapia è solo per i pazzi, la terapia è solo una chiacchierata quindi potrei farla con gli amici, è un percorso per deboli perché ognuno deve gestire per conto proprio i problemi, nessuno può capire la mia sofferenza, costa troppo rispetto all’effettivo servizio che offre, lo psicologo non mi può aiutare, ma è solo una piccola valvola di sfogo momentanea, siamo tutti un po’ psicologi.
Ma facciamo un po’ di chiarezza.
Lo psicologo dal 2017con il Decreto Lorenzin rientra nelle professioni sanitarie; secondo la legge 18 febbraio 1989, n.56 “la professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. Quindi i motivi che portano a iniziare un percorso di terapia sono svariati, e diversamente da quanto si tenda a credere, non riguardano esclusivamente problematiche da risolvere o grandi traumi da superare. Eccone alcuni:
· Per dedicare del tempo a te stesso. Oggi è difficile ritagliare del tempo per ascoltarsi e affrontare questioni personali, vista la vita frenetica e piena di impegni che si ha. Un percorso psicologico può aiutare a rallentare, fermarsi per sentire i propri bisogni e desideri e orientarsi verso essi.
· Per essere realmente ascoltato da una persona che non giudica. Spesso si pensa che i “panni sporchi si lavano in casa” e di fronte a qualsiasi problema è bene parlarne con amici, parenti o con il proprio compagno, o che ci si possa sfogare al bar, da parrucchieri… e chi più ne ha più ne metta. Il confronto è sì importante, ma c’è bisogno di guardare le cose da punti di vista differenti per porsi domande nuove e provare nuove direzioni. Aprirsi a nuove possibilità permette di sviluppare un pensiero critico che aiuta a crescere e ad allargare il proprio ventaglio di competenze. Inoltre, allo psicologo si possono raccontare le cose più intime che spesso non riusciamo a dire a chi ci sta vicino per non deluderle o per paura del giudizio.
· Per affrontare sofferenze a cui ci si è abituati. Nella speranza che le cose si sistemino da sole, si accantonano le sofferenze, le ansie, le emozioni negative abituandosi a esse e dimenticandosi come si stava prima o che esistono strade alternative. Ma non è assolutamente così. Si può scegliere di investire le proprie forze ed energie su ciò che è possibile cambiare e ottenere.
· Per imparare a riconoscere, gestire ed esprimere emozioni, pensieri e comportamenti. Spesso è presente la sensazione di non riuscire a spiegare a parole come ci si sente. L’intelligenza emotiva è “la capacità di riconoscere, comprendere e vivere in modo consapevole le emozioni, proprie e altrui.” Se allenata, ci permette di dare un nome a ciò che si prova e di parlare del mondo interiore con più chiarezza, migliorando il rapporto con sé e gli altri.
· Per una crescita personale e aumentare il grado di autonomia. In terapia si acquisiscono competenze e strumenti più funzionali nell’agire quotidiano: risolvere conflitti in famiglia o a lavoro, comunicare in maniera efficace e non giudicante, aumentare la consapevolezza dei propri pensieri, sentimenti e delle conseguenti azioni, adattandoli in modo più funzionale ai vari contesti di vita.
· Per affrontare crisi temporanee (es. lutto, separazione, dinamiche lavorative, stress) che se non gestite e rielaborate fin da subito possono avere ripercussioni nel lontano futuro, minando la qualità della vita della persona.
· Per uscire da momenti di stallo. Anche se le cose non vanno male, essere in un momento di stallo, di immobilità rischia di mantenere la persona in una situazione di non scelta, di adattamento, non permettendo di mettersi in gioco, sperimentarsi e crescere. Affiancati da uno psicologo è possibile riflettere su cosa provoca lo stallo, su quali competenze si hanno e si possono sviluppare per uscirne, e la nuova direzione su cui orientarsi.
· Per potenziare l’autostima. La valutazione e stima che si ha di se stessi si riflette nel modo in cui ci si rapporta agli altri, nel modo in cui si sta al mondo e nelle decisioni che si prendono. È credere in se stessi e orientarsi verso il successo.
Come comunicarlo ai propri familiari e amici?
Se si è convinti del fatto che lo psicologo rappresenta uno strumento utile per trovare un equilibrio, per affrontare certe problematiche o per una crescita di sé, si sarà a più agio nel raccontare a chi ci sta vicino la decisione presa. Va, comunque, tenuta sempre in conto una possibile disapprovazione o reticenza da parte dei nostri cari.
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