La verità ha un linguaggio semplice e non bisogna complicarlo.
-Euripide
La demenza è un disturbo neurodegenerativo cronico e progressivo caratterizzato da una progressiva compromissione delle funzioni cognitive e di ragionamento (come orientamento, attenzione, memoria, linguaggio, giudizio, abilità di astrazione, calcolo) tale da pregiudicare il mantenimento di una vita autonoma. Ai sintomi che riguardano la sfera cognitiva si accompagnano solitamente alterazioni del comportamento (disturbi del sonno, dell’alimentazione, aggressività fisica e verbale) e modificazioni del tono dell’umore (apatia, depressione, irritabilità, ansia) che possono mutare lungo il decorso della patologia.
Tutti questi cambiamenti comportano difficoltà quotidiane nella vita dell’anziano e della persona che se ne prende cura.
La comunicazione con l’anziano diventa più povera a causa delle sue difficoltà a concentrarsi sul filo del discorso, a recuperare le giuste parole, a ricordare nomi di persone, luoghi, oggetti.
Ecco alcuni consigli utili per mantenere una buona relazione e comunicazione con il proprio caro:
- Accertarsi dell’integrità di vista e udito
- Accertarsi dello stato di attenzione, parlandogli guardandolo negli occhi
- Produrre frasi brevi, chiare, principali, concrete, affermative e con un messaggio per volta
- Evitare di parlargli come fosse un bambino
- Evitare di parlare con altri come se il malato non ci fosse perché potrebbe capire, sentirsi rammaricato e chiudersi nel mutismo
- Evitare di evidenziare le sue difficoltà: “guarda cosa hai fatto” “non sei capace, dai a me che faccio io” “non ricordi? te lo ho detto 100 volte”… ma piuttosto “facciamo assieme” e scrivere alcune risposte su dei fogli da mostrargli quando ripete la stessa domanda
- Rispettare i momenti di silenzio
- Fare attenzione al non verbale del malato e proprio (anche le espressioni facciali e i gesti comunicano stress, rabbia e altri stati d’animo) cercando di trasmettere sicurezza
- Cercare occasioni di ridere assieme
- Mostrare affetto con sorrisi e toccando la persona (abbracci, carezze, baci, solletico)
- Se il linguaggio è molto compromesso, porre domande a cui è possibile rispondere sì/no o dando le alternative “vuoi frutta o yogurth?”
- Stimolare il suo linguaggio chiedendo cosa ha fatto durante la giornata, cosa ha visto in tv o attraverso dei giochi in cui bisogna nominare gli oggetti
- Proporre attività ludiche simili a “Nomi, città, animali”, “Scarabeo” o “dimmi tutte le parole che ti vengono in mente che iniziano con…che fanno rima con…/ raccontami di quando hai...)
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